Chi sono i ministranti?
Il ministrante è quel ragazzo o ragazza che serve all’altare durante le celebrazioni liturgiche. Sino a prima del Concilio Vaticano II, chi donava questo servizio veniva definito “chierichetto”. Il termine “chierichetto” è stato sostituito dal termine “ministrante” che riesce a far capire meglio il suo significato. Esso, infatti, deriva dal latino “ministrans”, cioè colui che serve, secondo l’esempio di Gesù che non ha esitato a servire per primo e che invita i suoi discepoli a fare la medesima cosa amando i fratelli.
Durante la liturgia, il ministrante vive il proprio carisma di servizio all’altare del Signore, aiutando il sacerdote nei riti e nelle preghiere e aiutando la Comunità ad essere partecipe del mistero celebrato. Ma essere ministrante non si riduce soltanto al servizio all’altare, perché il ministrante è un ragazzo/a che attraverso il Battesimo è diventato amico di Gesù che ci ha mostrato che Dio è Amore. Il ministrante è un ragazzo che nella vita di ogni giorno e con tutti cerca di vivere quello stile di amore che Gesù ci ha insegnato.
Il gruppo dei ministranti è composto da adolescenti e giovani del gruppo post-Comunione. L’esperienza di servizio e di amicizia e comunione che i ministranti fanno tra di loro (insieme alla loro famiglie) è un’ottima occasione per crescere umanamente e cristianamente. Si incontrano insieme il sabato pomeriggio per vivere momenti formativi che li aiutino a crescere nel loro servizio liturgico e nella comunione e l’amicizia tra di loro. Altre iniziative sono programmate nel corso dell’anno.
Il Concilio Vaticano II e i ministranti
“… Anche i ministranti svolgono un vero ministero liturgico. Essi perciò esercitino il proprio ufficio con quella sincera pietà e con quel buon ordine che conviene ad un così grande ministero e che il popolo di Dio esige giustamente da essi…” (Costituzione liturgica “Sacrosanctum Concilium”, n.29)
“… Nelle azioni liturgiche i ministranti occupano un posto particolare: (nelle azioni liturgiche) hanno un posto particolare… per l’ufficio che svolgono, i ministranti…” (Istr. “Musicam Sacram”)