Volontari Caritas parrocchiale

«L’amore del prossimo radicato nell’amore di Dio è anzitutto un compito per ogni singolo fedele, ma è anche un compito per l’intera comunità ecclesiale, e questo a tutti i suoi livelli: dalla comunità locale alla Chiesa particolare fino alla Chiesa universale nella sua globalità». (cfr. Benedetto XVI, Deus Caritas est, 20).

La Caritas parrocchiale è l’organismo pastorale istituito per animare la parrocchia, con l’obiettivo di aiutare tutti a vivere la testimonianza non solo come fatto privato, ma come esperienza comunitaria, costitutiva della Chiesa. L’idea stessa di Caritas parrocchiale esige, pertanto, una parrocchia “comunità di fede, preghiera e amore”.

Cosa ci si aspetta dalla Caritas parrocchiale?

La Caritas parrocchiale, presieduta dal parroco, è costituita da un gruppo di persone che aiuta il parroco sul piano dell’animazione alla testimonianza della carità più che su quello operativo di servizio ai poveri. L’obiettivo principale è partire da fatti concreti – bisogni, risorse, emergenze – e realizzare percorsi educativi finalizzati al cambiamento concreto negli stili di vita ordinari dei singoli e delle comunità/gruppi, in ambito ecclesiale e civile (animazione).

Come si lavora?

L’esperienza e la riflessione avviata negli ultimi anni portano a definire alcuni elementi cardine su cui fondare il lavoro di ogni Caritas anche in parrocchia:

  • Si definiscono i destinatari/protagonisti del servizio di animazione: i poveri, la Chiesa e il territorio/mondo
  • Si stabilisce un metodo, fondato sull’ascolto, sull’osservazione e sul discernimento, finalizzati all’animazione
  • Si procede al discernimento e si individuano, tra tutte le azioni possibili, quelle in grado di collegare emergenza e quotidianità, cioè di intervenire nell’immediato e portare ad un cambiamento nel futuro
  • Si determinano percorsi educativi, in grado di incidere concretamente nella vita delle persone e delle comunità.

Centrare sull’animazione e sul metodo pastorale il mandato della Caritas, ridimensionando le aspettative sul piano operativo, svincola la possibilità di costituire l’organismo pastorale dalle dimensioni e dalla situazione della parrocchia. In ogni contesto, infatti, seppure con modalità diverse, è possibile promuovere la cura delle relazioni, la conoscenza del contesto, la possibilità di scegliere insieme come agire, alla luce della missione della Chiesa nel mondo.

Concretamente, cosa fa la Caritas parrocchiale?

1. Educazione alla testimonianza comunitaria della carità. La Caritas parrocchiale ha anzitutto il compito di aiutare l’intera comunità a mettere la carità al centro della testimonianza cristiana, così che la comunità ne faccia esperienza concreta e quotidiana e impari a servire il suo Signore presente nei poveri, a seguire l’esempio di lui che, da ricco che era, si fece povero. In questo compito la Caritas deve aiutare a superare sia la mentalità assistenziale per aprirsi alla carità evangelica in termini di prossimità e condivisione, sia la tentazione della delega che spesso accompagna, magari involontariamente, le azioni caritative; occorre ribadire che soggetto di carità è la Chiesa tutta e progettare cammini educativi (cioè graduali, progressivamente coinvolgenti) che attuano il passaggio dai gesti occasionali alla scelta della condivisione, mentre cresce la consapevolezza del valore evangelizzante del servizio e della liberazione dei poveri.

2.  Sensibilizzazione, animazione e formazione. La Caritas parrocchiale ha il compito di suscitare proposte intelligenti ed efficaci volte a favorire la comprensione e l’attivazione del collegamento vitale tra l’annuncio della Parola, la celebrazione dei sacramenti e la testimonianza della carità; in altre parole si pone al servizio della crescita di una pastorale unitaria e organica tra catechesi, liturgia e carità. Promuove, in collaborazione con i vari ambiti pastorali, percorsi formativi perché ogni componente della vita parrocchiale (catechisti, animatori della liturgia, operatori della pastorale familiare, giovanile ecc.) esprima la carità secondo la propria specificità e le diverse necessità. Promuove il volontariato e lo sostiene affinché sempre si rinnovi, senza sclerotizzarsi né diventare funzionale alle istituzioni, ma restando sempre attenzione profetica verso i membri più deboli della comunità e occasione per molti di farsi amici di ogni fratello e sorella, a partire da chi è più in difficoltà.

3. Conoscenza delle povertà. La Caritas parrocchiale, attenta alla vita della gente e radicata in un territorio, ha il compito della conoscenza concreta, puntuale e coraggiosa delle condizioni di difficoltà e di bisogno esistenti all’interno della vita della comunità.

Aspetti che non possono mancare alla Caritas:

• conoscenza del territorio e della vita della gente che in esso abita (problemi, bisogni, aspettative, disponibilità…);

• individuazione di obiettivi a livello di informazione, coinvolgimento comunitario, proposta di attenzioni e impegni rapportati alle varie componenti parrocchiali;

• collaborazione con la componente catechistica e liturgica per l’elaborazione di proposte relative ai vari ambiti della pastorale (giovani, famiglia, missione, lavoro, cultura, tempo libero…);

I membri del Gruppo Caritas:

• si incontrano con regolarità per formarsi, progettare, verificare il lavoro, collaborare con gli altri ambiti della vita parrocchiale;

• tengono costanti rapporti con la Caritas diocesana e interagiscono con essa, soprattutto in termini di formazione;

• si organizzano per comunicare con la parrocchia e il territorio

Progetti all’attenzione del Gruppo Caritas parrocchiale

  • Ascolto di bisogni e necessità del territorio, attraverso l’incontro con le famiglie e il confronto con le istituzioni
  • Sensibilizzazione della Comunità mediante la “domenica del Dono” ed altre attività durante l’anno
  • Confronto sui progetti di intervento e le modalità di coinvolgimento degli operatori pastorali
  • Gestione e distribuzione di generi alimentari
  • Percorsi di orientamento lavorativo
  • Condivisione del proprio tempo libero per attività varie (accompagnamento, aiuto allo studio, attività artistico-culturali, piccoli lavoretti, consulenze…)

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Alcuni dati sulla povertà in Italia

Dal Flash Report disponibile su www.caritas.it

I dati dei Centri di ascolto Caritas raccontano di una povertà sempre più cronica, multidimensionale e persistente. Questo è testimoniato dall’aumento delle persone in carico alla rete Caritas da molti anni (uno su quattro lo è da 5 anni e più) e dall’incremento di coloro che sperimentano fragilità di diversa natura, mescolando povertà materiali e immateriali. In crescita anche il numero medio di incontri annui per persona: nel 2018 arriva a 7,2 (prima della crisi era al 3,2), segno di una maggiore complessità delle storie accompagnate. Degli individui ascoltati nell’ultimo anno, il 44% risulta di cittadinanza italiana e il 56% straniera. Continua a crescere l’incidenza degli italiani, secondo un trend che si registra ormai da diversi anni, e nel Mezzogiorno arriva al 67,0%. Nel corso del 2018 le persone incontrate e sostenute dai Centri di ascolto sono state 195.541. I senza dimora costituiscono il 14% di tale universo.

Tipi di intervento: % persone

Beni e servizi materiali: 67,0
Sussidi economici: 24,7
Sanità: 9,3
Orientamento: 6,6
Alloggio: 5,6
Lavoro: 2,6
Coinvolgimenti: 2,4
Sostegno socio-assistenziale: 1,2
Consulenze professionali: 0,8
Scuola/Istruzione: 0,7
Altre richieste: 3,3