Celebrare il Matrimonio cristiano
«Il matrimonio cristiano non è semplicemente una cerimonia che si fa in chiesa, coi fiori, l’abito, le foto…. Il matrimonio cristiano è un sacramento che avviene nella Chiesa, e che anche fa la Chiesa, dando inizio ad una nuova comunità familiare. […] San Paolo, parlando della nuova vita in Cristo, dice che i cristiani – tutti – sono chiamati ad amarsi come Cristo li ha amati, cioè “sottomessi gli uni agli altri” (Ef 5,21), che significa al servizio gli uni degli altri. […] Il marito – dice Paolo – deve amare la moglie “come il proprio corpo” (Ef 5,28); amarla come Cristo “ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei” (v. 25). Ma voi mariti che siete qui presenti capite questo? Amare la vostra moglie come Cristo ama la Chiesa? Questi non sono scherzi, ma cose serie! L’effetto di questo radicalismo della dedizione chiesta all’uomo, per l’amore e la dignità della donna, sull’esempio di Cristo, dev’essere stato enorme, nella stessa comunità cristiana.
Il sacramento del matrimonio è un grande atto di fede e di amore: testimonia il coraggio di credere alla bellezza dell’atto creatore di Dio e di vivere quell’amore che spinge ad andare sempre oltre, oltre se stessi e anche oltre la stessa famiglia. La vocazione cristiana ad amare senza riserve e senza misura è quanto, con la grazia di Cristo, sta alla base anche del libero consenso che costituisce il matrimonio. […] Ma dobbiamo interrogarci con serietà: accettiamo fino in fondo, noi stessi, come credenti e come pastori anche questo legame indissolubile della storia di Cristo e della Chiesa con la storia del matrimonio e della famiglia umana? Siamo disposti ad assumerci seriamente questa responsabilità, cioè che ogni matrimonio va sulla strada dell’amore che Cristo ha con la Chiesa? È grande questo!» (papa Francesco, 6.05.2015)
A – PREPARARSI…
Al matrimonio ci si prepara, magari da anni. Ma l’ultimo periodo è quello più importante, anche dal punto di vista della fede! Il percorso che porta alla celebrazione del Matrimonio prevede una preparazione immediata. Essa, di norma, comincia nel mese di gennaio e dura fino a giugno e comprende incontri personalizzati, catechesi, celebrazioni e momenti di fraternità e condivisione. Il cammino di preparazione è obbligatorio anche per coloro che provengono da altre comunità parrocchiali e che non lo svolgono nella propria parrocchia di appartenenza.
· Sacramento della Confermazione (Cresima)
Se qualcuno dei nubendi non ha ricevuto il sacramento della confermazione, è calorosamente invitato a riceverlo prima delle nozze se ciò è possibile, servendosi degli itinerari di preparazione proposti in parrocchia. Per chi vive in situazioni particolari (irregolarità dovuta a una convivenza o matrimonio solo civile), occorre celebrare prima il matrimonio e poi la confermazione.
· Documenti da preparare
All’inizio del cammino di preparazione occorre incontrare il Parroco per:
- concordare la data del matrimonio (non è bene comunicare la data già stabilita, la parrocchia potrebbe avere anche altre esigenze…);
- presentare il marito/moglie che magari proviene da un’altra comunità parrocchiale;
- conoscere lo svolgimento del cammino di preparazione (date, orari…);
- produrre, eventualmente, i nulla osta richiesti per le persone che appartengono ad altre comunità parrocchiali.
A partire da sei mesi prima della data della celebrazione bisogna fissare un appuntamento con il parroco per:
- istruire il cosiddetto “processino” (istruttoria matrimoniale) che dev’essere fatto dal parroco di uno dei due sposi. Questi richiederà:
- il certificato di battesimo dei nubendi;
- il certificato di cresima dei nubendi;
- il certificato contestuale di stato libero;
- il certificato di frequenza al corso di preparazione al matrimonio (se è stato svolto in altra parrocchia);
- eventuali altri certificati per casi particolari.
- avviare l’esame dei nubendi, attraverso il quale si verifica la libertà e l’integrità del consenso, la volontà di sposarsi secondo la natura, i fini e le proprietà essenziali del matrimonio, l’assenza di impedimenti e di condizioni;
- al termine dell’esame e valutati i documenti, il parroco produrrà la richiesta di pubblicazioni, che saranno svolte nelle parrocchie degli sposi e nella casa comunale di riferimento.
Se devi sposarti, quindi, non aspettare l’ultimo momento per parlarne con il parroco! Se consideri il percorso di preparazione, l’eventuale sacramento della confermazione e il disbrigo delle pratiche, è sempre opportuno avviare il cammino almeno un anno prima della celebrazione.
B- CELEBRARE IL MATRIMONIO…
La celebrazione del sacramento del Matrimonio è partecipazione all’alleanza sponsale di Cristo con la Chiesa. Mediante questo sacramento, i coniugi cristiani, guidati dallo Spirito Santo, si impegnano a nutrire e sviluppare il loro vincolo di comunione nell’uguaglianza della dignità, della mutua dedizione, nell’amore indiviso che scaturisce dalla fonte divina della carità (Rito del Matrimonio, premesse generali, 8).
La celebrazione del Matrimonio è un momento comunitario e coinvolge la partecipazione piena, attiva e consapevole di tutta la Comunità parrocchiale. Gli sposi sono ministri e soggetti della Grazia; il presbitero presiede l’assemblea liturgica e si pone come teste qualificato della Chiesa e, nel caso di Matrimonio concordatario, anche di rappresentante dello Stato; i testimoni diventano garanti di un atto giuridico; i parenti, gli amici e gli altri fedeli della Parrocchia sono membri di un’assemblea che manifesta e vive il mistero di Cristo e della Chiesa.
· Parti della celebrazione
La celebrazione inizia con il Rito dell’Accoglienza e la Memoria del Battesimo, che si svolge al fonte battesimale. La Liturgia della Parola viene preparata assieme agli Sposi, mentre le letture sono proclamate dai ministri della Comunità. Insieme con gli sposi si sceglie anche il formulario da utilizzare per lo scambio del consenso, cui segue lo scambio degli anelli. La presentazione dei doni può essere compiuta dagli sposi, che recano all’altare il pane e il vino per la celebrazione. La Comunione è distribuita agli Sposi e agli altri fedeli sotto le due specie. Dopo la benedizione e il congedo, si dà lettura degli articoli del Codice Civile e subito dopo dell’atto di Matrimonio. Quindi gli sposi, i testimoni e il celebrante del Matrimonio lo sottoscrivono. I testimoni devono essere al minimo due e al massimo quattro (cf. Can. 1108).
· Canti per la celebrazione
È sempre opportuno che ad animare la celebrazione provvedano i cantori della Parrocchia, concordando magari con gli Sposi la scelta di alcuni canti. In casi particolari, qualora gli sposi desiderino provvedere personalmente ai musicisti e ai cantori per la celebrazione, devono informare per tempo il parroco, indicando anche la lista dei canti che intendono eseguire. Bisogna tenere sempre presente, infatti, che i canti devono essere adatti al Rito del Matrimonio ed esprimere la fede della Chiesa. Non sono ammessi canti non adatti alla Liturgia, o canti che appartengono a repertori non sacri e gli adattamenti di musica profana con testi sacri o di ispirazione cristiana. È invece sempre più opportuno che i canti si ispirino alla Parola di Dio (per la scelta dei canti, si tenga presente la tabella allegata).
· Addobbo floreale
L’uso dei fiori in chiesa è segno di festa e non ostentazione di ricchezza o prestigio sociale. Pertanto è consentito adornare l’altare e il presbiterio, rispettando i tempi liturgici e le caratteristiche di semplicità e sobrietà (soprattutto in Quaresima). Per agevolare lo svolgimento della celebrazione e i suoi movimenti rituali, non è consentito collocare fiori e piante sui banchi e lungo le corsie, né coprire i banchi della chiesa con drappi o stoffe varie. È sempre bene che i fiorai concordino con il parroco l’addobbo, per non dover essere costretti poi ad improvvise modifiche.
· Fotografi e operatori
La celebrazione liturgica non è uno spettacolo, essa è «azione sacra per eccellenza» (SC n. 7), in quanto azione di Cristo e della Chiesa sua Sposa. Il fotografo e il cineoperatore, interpellati per fissare nel tempo la memoria delle celebrazioni, sono quindi invitati, soprattutto se credenti, a prendere parte attiva alla stessa celebrazione liturgica con un comportamento adeguato. Qualora non fossero credenti il loro comportamento deve essere consono e rispettoso del luogo e della celebrazione.
Gli operatori prendano contatto con il parroco per gli opportuni accordi. Curino il rispetto verso i ministri e l’assemblea, mantenendo il silenzio e la discrezione dei gesti durante la loro permanenza in chiesa. Qualora essi desiderino compiere riprese durante la Liturgia della Parola e la Liturgia Eucaristica, il tutto sia fatto senza disturbare l’azione rituale e la partecipazione dell’assemblea, oltre che degli sposi.
C – VIVERE LA COMUNITÀ’…
Celebrato il matrimonio, gli sposi non smettono di essere protagonisti della vita parrocchiale; al contrario, essi lo sono ancora di più, perché con la famiglia che hanno formato diventano testimoni dell’amore di Dio, proprio a partire da quella comunità cristiana nella quale vivono. Per questo diventa importante la loro partecipazione alla vita parrocchiale, a cominciare dall’Eucaristia domenicale.
Papa Francesco puntualizza che «il “sì” gli sposi che si sono scambiati è l’inizio di un itinerario, con un obiettivo capace di superare ciò che potrebbero imporre le circostanze o gli ostacoli che si frapponessero. La benedizione ricevuta è una grazia e una spinta per questo cammino sempre aperto» (Amoris laetitia, 218). Per questo può essere d’aiuto la partecipazione ai percorsi che la parrocchia propone alle giovani famiglie come a coloro che ormai sono avanti negli anni e sentono il peso del cammino. Insieme, nella gioia della condivisione, i più giovani possono essere aiutati dall’esperienza delle coppie adulte, e quest’ultime possono ravvivare, alla luce dell’entusiasmo dei giovani, la freschezza del loro cammino matrimoniale.