Quaresima è trasfigurazione
La Quaresima è il periodo di quaranta giorni dedicato alla preparazione della Pasqua e si caratterizza come un tempo di penitenza e di rinnovamento per tutta la Chiesa, segnato anche dalla pratica del digiuno e dell’astinenza.
Inizia il mercoledì delle Ceneri, un giorno particolarmente penitenziale, nel quale i cristiani manifestano il desiderio personale di conversione a Dio. L’imposizione delle ceneri è un invito a percorrere il tempo di Quaresima come un’immersione più cosciente e più intensa nel mistero pasquale di Gesù, nella sua morte e risurrezione, mediante la partecipazione all’Eucarestia e alla vita di carità.
La Chiesa invita i suoi fedeli a fare di questo tempo quasi un lungo “ritiro spirituale” nel quale lo sforzo di meditazione e di orazione è sostenuto da alcune penitenze, non fini a se stesse ma orientate a crescere nella fede. In questo senso assumono significato le celebrazioni quaresimali della Via Crucis, i particolari momenti proposti durante il tempo, la pratica del digiuno (mercoledì delle ceneri e venerdì santo) e dell’astinenza (tutti i venerdì).
È una trasfigurazione, personale ed ecclesiale, la meta del cammino quaresimale. Francesco lo mette in luce nel Messaggio per la Quaresima dal titolo “Ascesi quaresimale, itinerario sinodale”, in cui esorta ad essere “artigiani di sinodalità” nella vita quotidiana e mette in guardia dal rifugiarsi in «una religiosità fatta di eventi straordinari, di esperienze suggestive, per paura di affrontare la realtà con le sue fatiche quotidiane, le durezze e le sue contraddizioni».
L’ispirazione è data al Papa dall’episodio evangelico della Trasfigurazione sul Monte Tabor. «In questo tempo liturgico il Signore ci prende con sé e ci conduce in disparte. Anche se i nostri impegni ordinari ci chiedono di rimanere nei luoghi di sempre, vivendo un quotidiano spesso ripetitivo e a volte noioso» – scrive – «in Quaresima siamo invitati a salire su un alto monte insieme a Gesù, per vivere con il Popolo santo di Dio una particolare esperienza di ascesi».
Per farlo, avverte il Pontefice, «biso-gna lasciarsi condurre da Lui in disparte e in alto, distaccandosi dalle mediocrità e dalle vanità», in un cammino in salita che «richiede sforzo, sacrificio e concentrazione, come un’escursione in montagna».
Gesù porta sul Tabor tre discepoli: «Gesù lo si segue insieme», rimarca Francesco. Due i sentieri suggeriti per «salire insieme a Gesù e con Lui giungere alla meta: ascoltarlo e affrontare la realtà con le sue fatiche quotidiane, le sue durezze e le sue contraddizioni». Gesù, spiega il Pontefice, parla nella Parola di Dio offerta dalla Chiesa nella Liturgia; ma Gesù parla anche nei più bisognosi, come nei fratelli e sorelle nella Chiesa: l’ascolto reciproco è “stile di una Chiesa sinodale”. Quindi il Papa raccomanda di non illudersi di essere arrivati quando Dio ci dona alcune esperienze forti di comunione: «Scendiamo nella pianura e la grazia sperimentata ci sostenga nell’essere artigiani di sinodalità nella vita ordinaria delle nostre comunità».