Benedette le stazioni della Via Crucis


a cura di Alessandra Formica, Michele Munafò e Antonio Leo (laboratorio giornalismo)
«Adoriamo la tua Croce, Signore, lodiamo e glorifichiamo la tua santa risurrezione; dal legno della Croce è venuta la gioia in tutto il mondo». Venerdì 7 marzo l’arcivescovo Mons. Giovanni Accolla ha benedetto le nuove stazioni della Via Crucis. La cronaca di un giorno importante per la comunità è di Michele Munafò e Antonio Leo.
Venerdì 7 marzo 2025 la nostra comunità parrocchiale si è riunita per rendere lode a Dio insieme con l’arcivescovo Mons. Giovanni Accolla il quale, per l’occasione, ha benedetto la nuova Via Crucis, presiedendo poi la preghiera. I vari gruppi parrocchiali si sono alternati nel proclamare la Parola di Dio, nella lettura delle riflessioni e nel portare la croce, di stazione in stazione.
Pregare insieme al nostro arcivescovo ci permette di sentirci ancora più uniti, come chiesa, a Dio Padre, Pastore mite, che guida e accompagna la nostra vita. Pregare la Via Crucis è per noi cristiani un pio esercizio che ci aiuta a percorrere, con amorosa devozione, gli ultimi momenti della vita di Gesù, il quale patì per noi il supplizio della croce per introdurci nel mistero pasquale, porta della nostra redenzione. La Via Crucis ci aiuta a riscoprire la carità senza limiti del nostro Salvatore, il quale ha donato la sua vita per noi, per i nostri peccati, per donarci la salvezza.
Questo esempio che Gesù ci ha lasciato deve stimolarci, come singoli e come comunità, a camminare su una via nuova, sua una via santa, guidati e sorretti dall’intercessione della Beata Vergine Maria, la quale seguì il figlio suo sul monte Calvario, fino ai piedi del patibolo, albero glorioso dal quale abbiamo ricevuto la vita eterna.
Rendiamo grazie a Dio che ci dà la possibilità di vedere la nostra aula liturgia impreziosita da 14 stazioni in terracotta, realizzate dall’artista Enico Salemi. Ogni fedele, guardando la Via Crucis, potrà sperimentare il desiderio di conformarsi sempre più a Cristo che per amore ha dato la sua vita.
All’arrivo dell’arcivescovo il nostro parroco, don Piero, ha salutato i presenti con queste parole: «Seguendo Gesù impariamo che non c’è Trasfigurazione se non attraverso il cammino della croce. Con la Via Crucis si completa l’arredo liturgico della chiesa, ma se è conclusa la chiesa parrocchiale resta ancora incompiuto il nostro cammino di Chiesa. Abbiamo ancora bisogno di camminare per essere Chiesa, per essere comunità parrocchiale. Ci aiuti il cammino di Cristo in croce a custodire la speranza, nella certezza che ogni cammino iniziato, se percorso insieme a Lui, anche se sofferente e faticoso, porta a quel sepolcro da cui si genera la vita».
Subito dopo il maestro Salemi, autore della Via Crucis, ha presentato la sua opera dicendoci che «la Via Crucis è stata realizzata in terracotta, un materiale povero, terra e fuoco, argilla cotta a 900 gradi e lucidata con cera d’api. Gli elementi della Via Crucis non hanno dei contorni ben definiti, con l’obiettivo di risaltare e dare espressività alla figura di Cristo. Non è facile realizzare una Via Crucis: ogni stazione va’ studiata, meditata, cerchi di immedesimarti nella scena ed alla fine ne esci cambiato».
Infine, l’Arcivescovo, ha concluso con un suo intervento: «Ogni immagine rappresentata in ogni stazione è strumento di evangelizzazione, opportunità di riflessione e conversione. Ogni espressione tira fuori ciò che di bello c’è nel cuore di ognuno di noi, un tesoro che prende il nome di Gesù Cristo e che attraverso il cammino del Calvario ci porta all’apice della sapienza della croce. Per realizzare quest’opera, l’artista ha utilizzato la creta, un materiale povero, per esprimere la ricchezza di tanta bellezza dell’opera di redenzione di Cristo per noi. Spero che tutti noi possiamo diventare artisti, capaci di plasmare, da un semplice pezzo di argilla, il volto di Cristo, da portare per le strade della nostra vita. E al tempo stesso essere plasmati da Cristo, per essere rigenerati, quasi ricreati, per diventare fonte di vita per noi e per gli altri».